Il Tirreno

Grosseto

La testimonianza

Bullismo, offeso in classe e costretto a cambiare istituto: «Si credevano migliori di me»

di Nicole Terribile
Bullismo, offeso in classe e costretto a cambiare istituto: «Si credevano migliori di me»

Grosseto, la storia del giovane è emersa durante il flashmob degli studenti ma non è l’unica

08 febbraio 2023
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GROSSETO. Nonostante il fenomeno del bullismo sia tenuto sotto stretta sorveglianza, non è certo sparito dalla circolazione. E purtroppo ci sono ancora bambini e bambine, ragazzi e ragazze che ogni giorno si trovano di fronte il proprio bullo, la propria nemesi, quella persona il cui unico scopo sembra rendere la vita degli altri un inferno. «Io ho dovuto cambiare scuola a causa del bullismo», racconta Emanuele, studente delle superiori. «Secondo quelle persone ero inferiore rispetto a loro. Non mi piaceva stare con loro, per questo me ne stavo in disparte. Erano più grandi di me e credevano di essere migliori, solo perché erano più forti. Ho origini straniere e a volte mi dicevano anche di tornarmene al mio Paese». Sorride amaramente, Emanuele, perché nonostante sia passato qualche tempo da quando si è lasciato alle spalle quella vita e – soprattutto – quelle persone, il ricordo delle violenze psicologiche subite fa ancora male. «Parlai con i miei genitori e con i professori – continua – per cercare di risolvere la situazione. Alla fine ho chiesto ai miei genitori di cambiare scuola. Adesso mi trovo benissimo nella nuova classe», dice. E qualcosa, secondo lui, è cambiato negli ultimi tempi. «Sembra che maestre e professoresse abbiano imparato come agire e come funziona». Emanuele lancia un appello a tutti coloro che sono vittime di bullismo: «Non bisogna mai aver paura di nessuno e di parlare – dice, ritrovando la forza nella sua voce –. Se si è vittime di bullismo non bisogna tenerlo nascosto ai genitori».

E, purtroppo, non è il solo a essere stato schernito e preso in giro dai compagni di classe. «Lo scorso anno, quando ero in quinta elementare, un mio compagno mi prendeva in giro e mi bullizzava – racconta la giovanissima Elisa –. Ho chiesto consiglio ai miei genitori. Ho parlato con il mio compagno, ci siamo confrontati e alla fine abbiamo chiarito». A dimostrazione del fatto che il bullismo esiste tra i più piccoli, ma anche della consapevolezza che i bambini stessi hanno sin da piccoli del fatto che problemi di questo tipo devono essere affrontati di petto. «Nella nostra classe non ci sono episodi di bullismo. Siamo molto uniti. Di solito, i bulli cercano di isolare la loro vittima dal gruppo», racconta Alessandro che, però, in passato è stato vittima di bullismo.
«Sono stato bullizzato sin da piccolo. Mi sono sempre rivolto ai miei genitori e alle maestre. Gli episodi di bullismo sono iniziati a diminuire, fino a scomparire del tutto», aggiunge. Insomma, per giovani e giovanissimi l’appoggio e l’aiuto degli adulti è fondamentale. Ma non solo. La piccola Alice racconta, a esempio, di essere più volte intervenuta a difesa di un suo compagno che veniva costantemente preso in giro.
I giovanissimi studenti delle scuola media Galileo Galiei non hanno subito atti di cyberbullismo. «I nostri genitori sono molto attenti: controllano i nostri telefoni e le nostre attività sui social», racconta una studentessa. Crescendo, sembra che diminuiscano gli atti di bullismo, le prese in giro, le violenze fisiche e psicologiche, Infatti, secondo la professoressa dell’Isis Fossombroni, Mariangela Chiarenza, oggi la situazione bullismo è piuttosto sotto controllo. «Ogni scuola ha un referente – dice la professoressa –. Sono state messe in atto iniziative e strategie affinché ogni bisogno o richiesta d’aiuto non rimanga inascoltata. Gli insegnanti fanno un grande lavoro di osservazione, perché il rapporto quotidiano con i ragazzi permette di conoscerli bene e conoscere le loro condizioni familiari, avendo sempre un occhio di riguardo». Insomma, per fortuna sono lontani i tempi in cui i maturandi chiedevano la matricola ai “primini” nel loro primo giorno di scuola. «Progetti e iniziative di questo tipo – continua la professoressa – sono molto importanti perché sensibilizzano tutta la popolazione su un problema che fino a poco tempo fa era un po’ trascurato». E chissà, magari un giorno non ci sarà più bisogno di una giornata dedicata alla lotta al bullismo e cyberbullismo. 
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