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Assalto in un'azienda agricola di Roccalbegna: «Sbranati dai predatori nove agnelli e 13 pecore»

di Matteo Scardigli
Assalto in un'azienda agricola di Roccalbegna: «Sbranati dai predatori nove agnelli e 13 pecore»

La titolare Bruna Detti, 85 anni: «i lupi hanno scavalcato il recinto, sono entrati e hanno sbranato 13 pecore (alcune erano incinte) e nove agnellini»

05 dicembre 2022
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ROCCALBEGNA. Pioviscolava, intorno alle 5 del mattino di giovedì, quando i cani dell’azienda agricola di Bruna Detti hanno cominciato ad abbaiare; ma non c’è stato il tempo (né il modo) di intervenire.

«I lupi hanno scavalcato il recinto, sono entrati e hanno sbranato 13 pecore (alcune erano incinte) e nove agnellini», spiega la titolare dell’azienda, che poi racconta: «È successo a 50 metri da casa. Da tempo, qui nella zona, abbiamo paura». Episodi che si ripetono da troppo tempo, in numerosi allevamenti della nostra provincia.

E questo anche per Bruna Detti non è il primo attacco. «In cinque o sei anni ne avrò subiti sette o otto, quattro dei quali dentro al recinto e tutti di giorno. L’ultimo solamente un paio di mesi fa», conferma la donna, ripetendo descrizioni che tanti allevatori della zona collinare hanno dato.

Spiega: «Questo non è il lupo: sono gli ibridi. Il lupo scendeva dall’Appennino quando aveva fame, mangiava e se ne andava. Questi invece sono stanziali, vivono e si riproducono qui».

Detti, negli anni, aveva riunito un gregge composto da una cinquantina di animali. Con l’avanzare dell’età il fisico non è più quello di un tempo, e le pecore erano diventate il suo sostentamento; in più di un senso: «I dottori mi hanno detto di fare attività, e io col mio gregge ci passo il tempo e ci sto bene: per me sono come la famiglia», conferma ancora la donna.

Dopo lo choc iniziale, Detti – con l’aiuto di figlio e nuora – ha fatto venire il veterinario; che non ha potuto fare altro che constatare l’accaduto. In quella giornata non ci sono stati tempo né disposizione d’animo per fare la denuncia alla Cia (confederazione italiana agricoltori), che Detti promette di inoltrare il prima possivile.

Con un proposito ben preciso. «Prendo una pensione bassa, e in questo periodo dell’anno vendevo gli agnelli per mettere qualcosa da parte; ma ora non li ho più. Intanto ci sono le bollette da pagare, oltre a 800 euro per lo smaltimento delle carcasse», premette la donna, che infine annuncia: «Voglio essere risarcita ora, non voglio sentir parlare di ritardi; oppure che mi ridiano le pecore immediatamente. Voglio – chiosa – un regalo di Natale». l




 

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