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Il caso

Firenze, si aggrava l’accusa penale per un preside e la sua vice: tutto è iniziato da un voto a uno studente

di Pasquale Petrella
Firenze, si aggrava l’accusa penale per un preside e la sua vice: tutto è iniziato da un voto a uno studente

ll pm chiede di giudicarli per maltrattamenti anziché minacce

23 aprile 2024
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FIRENZE. Potrebbe aggravarsi la posizione del preside e della vicepreside di un istituto superiore scolastico di Firenze imputati fino a ieri per minacce nei confronti di almeno tre altri professori dello stesso istituto. Nell’udienza di ieri mattina infatti il pubblico ministero, Ornella Galeotti, ha chiesto di poter modificare il capo di imputazione da minacce a maltrattamenti aggravati. In pratica si passerebbe da una possibile pena fra 1 e 6 anni di carcere a quella da 3 a 7 anni, se riconosciuti colpevoli.

Il giudice ha rinviato la decisione alla prossima udienza del 10 settembre prossimo.

I fatti risalgono a quattro anni fa e tutto sarebbe iniziato dalla richiesta del preside - fatta il 6 giugno del 2020 durante una riunione di consiglio - a una insegnante di modificare un voto sul rendimento di uno studente affinché fosse promosso, minacciando, in caso contrario, la revisione di tutte le altre valutazioni. Nel successivo mese di ottobre, secondo l’accusa, il preside avrebbe minacciato la stessa insegnante di un provvedimento disciplinare o addirittura di licenziamento se non avesse ammesso di aver riferito a un altro collega che lui e la vicepreside avevano una relazione sentimentale.

L’accusa nei confronti della vicepreside arriva invece da un’altra insegnante che riferisce di essere stata convocata in direzione dalla stessa “distogliendola dal suo lavoro in classe” e di essere stata minacciata di «venire rovinata economicamente», oltre ad azioni legali se non avesse ammesso che era lei a mettere in giro voci sulla relazione sentimentale fra lei e il preside. E sempre sulla questione delle voci che circolavano nell’istituto circa la relazione fra i due, sarebbero scaturite le minacce anche a un’altra insegnate. Gli episodi sono stati circoscritti fra il 6 giugno e il 13 ottobre del 2020, quando una delle insegnanti si rivolse all’avvocato Paolo Ghetti e decise di sporgere denuncia visto che si trovava in uno stato di prostrazione psicologica e di grande disagio per le continue minacce che riceveva. Dopo la denuncia la procura mise sotto controllo i telefoni cellulari di preside e vicepreside e - secondo le parti civili - sembra, sia emerso un quadro probatorio molto preciso sulle responsabilità delle condotte vessatorie dei due dirigenti scolastici. Sono stati ascoltati durante le indagini molti professori e altre due insegnanti si sono costituite parti civili, difese dall’avvocato Paolo Florio, mentre almeno altre tre o quattro insegnanti pur testimoniando sulla veridicità dei comportamenti vessatori di preside e vicepreside hanno preferito non costituirsi parte civile.

Il preside e la vicepreside, difesi rispettivamente dagli avvocati Neri Pinucci e Matteo Corri, respingono ogni accusa e in dibattimento faranno valere le loro ragioni e illustreranno la loro verità. Se ne riparlerà il prossimo 10 settembre.



 

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