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Firenze non è Caivano, ma il tempo è scaduto

di Massimo Mattei
Firenze non è Caivano, ma il tempo è scaduto

Sempre più zone ostaggio di insicurezza, basta con la demagogia della destra

05 gennaio 2024
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FIRENZE Ho letto la richiesta del "decreto Caivano" per Firenze formulato da alcuni comitati di cittadini e da molti commercianti del centro storico. Al di là delle evidenti strumentalizzazioni di tipo politico che ci sono in quella richiesta e della difficoltà anche solo di poter immaginare una comparazione tra una realtà come la nostra e quella di una cittadina come Caivano, sarebbe stupido da parte della classe politica cittadina una sottovalutazione del grido di allarme che proviene da tanti residenti e tantissimi commercianti. Sarebbe bello, ma non succederà, che questo desiderio di venire ascoltati non fosse strumentalizzato per trarne un immediato ritorno politico da parte di una destra cittadina che da più di un anno governa a livello nazionale ma non è riuscita a portare avanti uno soltanto degli slogan sbandierati in campagna elettorale. Gli sbarchi continuano, le forze di Polizia hanno le mani legate, la magistratura applica leggi pessime che nessuno sta cambiando. Insomma, la destra al governo non ha fatto niente, per incapacità sicuramente, ma anche per la difficoltà del governare una volta vinte le elezioni quelle situazioni che dall’opposizione parevano semplicissime da risolvere.

La sinistra, dall’altra parte, ha portato avanti proposte sulla sicurezza che negli ultimi vent’anni hanno segnato un solco sempre più profondo tra i propri storici elettori, ed i vari gruppi dirigenti che in questi anni hanno governato molto il Paese ma non sono stati in grado di ascoltare la propria base. Che viveva sulla propria pelle soprattutto nelle periferie le contraddizioni delle politiche non gestite dell’accoglienza. Perché paragonare Firenze a Caivano è fuori luogo, certo.

Ma ci sono sempre più quartieri di Firenze dove le persone non si sentono sicure e non sono soltanto quelle due tre zone (Cascine, Stazione, via Palazzuolo) dove da anni la battaglia contro il degrado è persa. C’è l’Isolotto in grande crisi per la vicinanza con il più grande parco cittadino ormai fuori controllo, c’è una situazione brutta a Careggi, pericolosa nella periferia ovest della città, di degrado perfino nel quartiere 3 che pareva da sempre immune a queste problematiche. Ci sono zone del centro che la sera fanno paura con la direttrice Guelfa/Alfani/Pilastri dove le aggressioni ed i furti sono all’ordine del giorno. Non è Caivano, non è Scampia. Ma la situazione fa paura e chi ha sottovalutato e minimizzato per anni dovrebbe rendersi conto quanti danni ha fatto alla città ed alla propria parte politica. Ho visto che si è tentato di dare alcune risposte.

Alcune stravaganti con gli stewart nelle piazze. Taccio perché potrei diventare cattivo soprattutto quando ho visto la foto della squadra che dovrà aiutare a contrastare la microcriminalità e la movida molesta in città. Taccio. Guardate però che non è una polemica contro l’Amministrazione Comunale: i comuni hanno poche armi a disposizione, possono portare all’attenzione dei media una situazione che sta sfuggendo di mano, possono evitare di sottovalutare il problema, ma tocca ad altri intervenire. Tocca al governo nazionale dare risposte, mandare uomini e mezzi e cambiare le leggi.

E per adesso non si vede niente. Ecco così che cresce l’esasperazione. C’è chi soffia sul fuoco dimenticandosi di essere al governo del Paese, c’è chi ha perso il contatto con la "pancia" della città e non riesce più a proporre ricette credibili. Nel mezzo le persone hanno paura. I commercianti pure. E la Firenze vetrina si spenge alle 20 lasciando una situazione che non è ancora fuori controllo ma senza interventi a breve lo sarà, tra spaccate e furti che ogni giorno aumentano la percezione di insicurezza. Siamo lontani da Caivano. Ma ogni giorno questo distacco si accorcia un po’ di più. Adesso entriamo in campagna elettorale e non ci sarà posto per proposte sensate. Vinceranno gli slogan e si perderà ancora tempo prezioso. Speriamo in bene, ma per la prima volta in vita mia non sono fiducioso. È Firenze che ci chiede uno sforzo collettivo. La Firenze che abbiamo tutti sulla bocca ogni giorno. Cerchiamo almeno alla nostra città di rispondere con proposte sensate e non con demagogia. Per la demagogia è scaduto anche il tempo.

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