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In tribunale

Tifoso viola con la maglia del Liverpool: il Tar conferma il Daspo di 2 anni

di Matteo Leoni
Tifoso viola con la maglia del Liverpool: il Tar conferma il Daspo di 2 anni

Per i giudici provocò i supporter juventini evocando i fatti dell’Heysel. Cosa dice la sentenza

05 giugno 2023
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FIRENZE. La sospensione temporanea del Daspo emesso a suo carico, decisa lo scorso dicembre dal tribunale amministrativo, aveva lasciato pensare che i giudici alla fine gli avrebbero dato ragione, ma così non è stato. Il Tar di Firenze ha rigettato il ricorso presentato da Valentino Nerbini, il tifoso viola, e avvocato, che indossava una maglia del Liverpool in occasione della partita Fiorentina-Juventus che si è giocata il 3 settembre scorso allo stadio Franchi.

Il questore di Firenze Maurizio Auriemma aveva emesso nei suoi confronti un Daspo di 2 anni, poi sospeso dai giudici: «I fatti posti in essere dal ricorrente – si leggeva nel provvedimento con cui il Tar aveva sospeso il Daspo e fissato la discussione dell’udienza di merito – pur censurabili sotto un profilo di scorrettezza, non sembrano essere qualificabili come episodi di violenza né sembrano integrare un incitamento, inno o induzione alla violenza». Di tutt’altro tenore invece la sentenza, decisa al termine della camera di consiglio del 23 maggio scorso.

Secondo i giudici amministrativi Nerbini, assistito dagli avvocati Mattia Alfano e Giovanni Adami, vestendo la maglia del Liverpool «ha posto in essere una condotta particolarmente odiosa e fortemente provocatoria nei confronti della tifoseria juventina», infatti «il simbolico ma inequivoco richiamo alla mente dei tifosi juventini dei tragici fatti dell’Heysel determinato dal comportamento quanto meno inavveduto del ricorrente era idoneo a suscitare rabbia e indignazione, e dunque a cagionare una reazione violenta da parte dei tifosi juventini, con conseguenti disordini e potenziali conflitti». Per il Tar il tifoso con la sua condotta avrebbe «avventatamente e pericolosamente evocato» la tragedia dell’Heysel, rischiando pertanto di scatenare problemi di ordine pubblico. «La questura di Firenze – si legge ancora nella sentenza – ha dunque fatto un uso dello strumento del Daspo conforme ai canoni della logicità e della ragionevolezza». Il questore aveva emesso il Daspo, ricordano sempre i giudici del Tar, ritenendo il richiamo alla strage dell’Heysel un episodio a carattere «chiaramente provocatorio» e dettato da una condotta «irrispettosa nei confronti della tifoseria ospite». I legali del tifoso nel loro ricorso al tribunale amministrativo avevano sottolineato, tra l’altro, – sempre secondo la sentenza – come nel provvedimento di emissione del Daspo «non si spiegherebbe in cosa sarebbe consistito il pericolo cagionato all’ordine e alla sicurezza pubblica, non essendo il ricorrente fermato dalle forze dell’ordine ma semplicemente invitato dagli steward a evitare il dileggio della squadra avversaria, raccomandazione che egli avrebbe subito rispettato». Per questo, «l’aver indossato la maglia del Liverpool non avrebbe dunque avuto alcuna concreta incidenza sulla gestione dell’ordine pubblico della partita». Sempre in base alla sentenza, con il secondo motivo di ricorso il tifoso ha sostenuto «di non aver manifestato neanche gestualmente o verbalmente, con la sola esposizione di una maglietta di una squadra rivale, alcun intento violento».

Con il rigetto del ricorso il Tar ha confermato il Daspo che prevede il divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono incontri di calcio per due anni e di accedere, le due ore prima e fino a due ore dopo lo svolgimento delle partite nei luoghi circostanti lo stadio Franchi.

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