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E dopo i lupi a Fiesole arrivano i cervi: «Erano secoli che non si vedevano qui» – Video

di Rita De Blasio
Il cervo e i lupi ripresi dalle telecamere della Molina
Il cervo e i lupi ripresi dalle telecamere della Molina

L’immagine di un maschio catturata da una "telecamera trappola" nella valle del Mugnone

19 marzo 2023
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FIESOLE.  Sono trascorsi appena pochi giorni da quando è scattato l’allarme lupi a Fiesole, Grassina, Antella, Dicomano e Pontassieve. Tanto che nella località Le Molina, nel Comune di Fiesole, è stata addirittura individuata una famiglia di quattro o cinque esemplari di lupi. E le sorprese, proprio in questa stessa località, non finiscono qui. Nei giorni scorsi la foto-trappola che Duccio Berzi, tecnico faunistico e consulente della task force lupo Toscana, utilizza per «divertimento» intorno alla sua abitazione, ha catturato un cervo. Un cervo maschio per la precisione e, almeno per il momento, ancora non ci sono notizie sulla presenza o meno di altri esemplari. «Sono secoli che non veniva documentato il passaggio di cervi in questa zona», afferma sbalordito Berzi.

«Quasi sicuramente viene dall’Appennino, quindi significa che ha fatto un bello spostamento, attraversando tutta la piana del Mugello», continua. Sui motivi che hanno portato questo esemplare a scegliere come meta la località Le Molina, Berzi risponde: «Il cervo avvistato, come tutti gli animali, cerca un territorio adatto alle sue esigenze. I maschi, soprattutto nel periodo riproduttivo, sono molto territoriali e quindi si espandono per andare alla ricerca di nuovi habitat. Siccome sull’Appenino le popolazioni dei cervi sono in crescita, può essere possibile che sia un esemplare che si è staccato dal gruppo di appartenenza», sostiene l’esperto. Infatti, nonostante il territorio di Fiesole non risulti molto adatto ai cervi è probabile che sia stato attratto dalle zone di campagna che si trovano in uno stato di semi-abbandono.

Ambienti poco o per nulla disturbati, dunque, in cui per gli animali è possibile trovare cibo e rifugio: «Vanno alla ricerca di zone naturali ed indisturbate», svela ancora Berzi. Le foto-trappole che, nella maggior parte dei casi, vengono utilizzate nell’ambito di vari progetti di ricerca scientifica, testimoniano che: «Siamo in un momento di espansione della fauna selvatica», sostiene il tecnico faunistico, «si tratta soprattutto di grossi mammiferi come caprioli, cinghiali, daini, lupi, gatti selvatici e rapaci che, da qualche decennio a questa parte, sono tornati a ripopolare i nostri boschi». Una ricchezza enorme rispetto alla quantità di animali presenti sul nostro territorio che non si osservava da secoli in Toscana.La loro presenza, se da una parte può essere letta in chiave positiva riflettendo sul fatto che le zone in questione abbiano ripreso caratteristiche di naturalità, dall’altra può rappresentare un pericolo per i cittadini e per gli abitudinari frequentatori di boschi e montagne come cercatori di funghi, in compagnia dei fidati cani, ed amanti del trekking.

A Pontassieve, ad esempio, lo scorso mese Scottex, il cane da pascolo dell’azienda agricola "La Valle del Sasso" ha subito un forte attacco da parte dei lupi. Si sta diffondendo, quindi, una grande paura anche se, specialmente nella piana del Mugnone, ci sono tantissime altre specie di animali. E sono soprattutto i caprioli ad essere avvistati di frequente dai residenti anche nei pressi dei centri abitati. Che siano animali più "socievoli"? «Questo non si può dire con certezza», afferma Berzi, «non abbiamo dati di fatto. È più una percezione dovuta, forse, al fatto che scappano dai loro predatori. Esistono, inoltre, specie molto territoriali come i lupi. Una volta che questi occupano un ambiente i nuovi nuclei si vanno ad insediare anche in contesti urbani perché il territorio utile si va esaurendo».

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