San Vincenzo, plastica presa dal mare e arredi ecosostenibili creati da Federico Cini
Designer con il laboratorio nella zona industriale
SAN VINCENZO. L’oggetto simbolo della ancor giovane carriera di designer di Federico Cini, 33 anni, è un “bruciatore di incenso” che all’occorrenza diventa uno strumento anti-stress. Nel suo laboratorio, in un fabbricato nella zona industriale, ce n’è un bel numero, pronti per la spedizione oppure ancora grezzi e in attesa delle rifiniture. Un oggetto semplice all’apparenza, ma frutto di una lavorazione complessa che sposa l’invenzione all’abilità artigianale: il successo è premiato dalle commesse di negozi della zona e di Firenze.
Nel laboratorio, però, l’oggetto-simbolo è in buona compagnia: sugli scaffali e sui tavoli sono in mostra lampade, consolle, vasi, complementi di arredo, piani-cucina, mobili bagno, lavabi da appoggio. Tutti hanno in comune la materia di cui sono fatti: l’ecocemento mescolato a pezzettini di plastica triturata: «L’ecocemento – spiega Federico Cini – è un materiale a bassa emissione di Co2, molto meno della ceramica e del gres in particolare. Inoltre consente una lavorazione duttile, è resistente e riparabile, la ceramica no».
E la plastica? Viene dal mare, spiaggiata e raccolta nelle campagne ecologiche tipo “Puliamo il mondo”, trasportata nel laboratorio di Federico e vagliata per togliere le parti non riciclabili subisce un processo di riciclo semplice: la triturazione. Un piccolo strumento, costruito dallo stesso designer sanvincenzino, serve allo scopo: da una parte entra la plastica recuperata, dall’altra esce triturata in pezzettini di meno di un centimetro. Nel frattempo s’impone la fase creativa: l’idea di un nuovo oggetto diventa uno schizzo e poi un disegno tecnico al computer, quindi la stampante 3D realizza il prototipo. Fatto lo stampo «solo con materiali di riciclo, legni, scarti di lavorazione…anche questo è rispetto per l’ambiente» chiosa Federico, si passa alla fusione mescolando l’ecocemento a lungo lavorato a mano con i pezzetti di plastica arrivata dal mare. Federico: «In giro ci sono molti prodotti che si definiscono ecosostenibili, ma di plastica ce ne hanno poca poca, nelle mie creazioni anche il 25-30%». Ed è tanto, ma fa qualità e resistenza all’uso. Di più: unita a strutture metalliche, che lo stesso designer realizza attingendo ad esperienze di saldatore e di ex studente del liceo tecnologico di Rosignano, la “mescola” può diventare un ripiano da studio, un tavolo da soggiorno, un top da cucina: «Posso plasmare forme per ogni necessità, progettate su misura e visibili in rendering 3D prima dell’effettiva creazione. Insomma” poco ma buono – è la regola aurea del giovane designer – per ridurre al massimo una delle principale cause dello spreco e dell’inquinamento della nostra società… È «la mia missione». Lo dice convinto Federico, gli occhi profondi che sottolineano con un lampo gioioso la sincera corrispondenza del vissuto ad un progetto di ecosostenibilità realizzata.