Il Tirreno

Il caso

Quindici famiglie al freddo: «Con il cappotto in casa»

di Cecilia Morello
Quindici famiglie al freddo: «Con il cappotto in casa»

Nei condomini popolari del Castello, la caldaia è rotta  «Abbiamo avvisato Casalp e Comune, ma senza alcuna risposta»

05 dicembre 2022
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ROSIGNANO. In casa ci stanno con cappotto e cappello di lana. Qualcuno accende la stufa elettrica, «ma solo la sera o all’ora dei pasti, sennò i consumi vanno alle stelle». Ma c’è chi non ha neanche quella, e la notte dorme con doppi pantaloni, doppia maglia, doppia coperta. I riscaldamenti nei condomini di case popolari al Castello, a Rosignano Marittimo, gli appartamenti che confinano con il Comune, sono spenti. Non sono mai partiti quest’anno, nonostante le innumerevoli segnalazioni.

«Abbiamo scritto a Casalp, e al Comune, avvisato il sindaco Donati e l’assessora Prinetti. Ma nessuno ha saputo darci risposte». L’unica certezza l’ha fornita il tecnico che loro stessi hanno allertato. «La caldaia, ci ha detto, va sostituita. E non è una novità perchè ogni anno dava problemi, lo scorso anno ci siamo fatti il Natale al freddo, e io avevo un nipotino di pochi mesi», spiega Rita Cabras. Si sono radunati nel suo appartamento per denunciare la situazione al Tirreno, stremati dal freddo e dalla mancanza di risposte. Il problema riguarda tre condomini: il civico 13, dove vivono 12 famiglie, il numero 14 dove abitano 3 famiglie e il 18, altri 4 appartamenti. «E molti di noi hanno patologie anche importanti - sottolinea Tiziana Mistretta -. Io ho avuto un’embolia polmonare e ora infatti ho sempre la bronchite per il freddo. Mia madre è allettata». Chi non è potuto essere presente ha lasciato la propria testimonianza scritta. Il termometro nella casa a fianco segna 11 gradi, il cellulare ne dà appena 4. «Le temperature sono in calo, ha previsto anche neve a bassa quota. Qui siamo nel punto più alto del paese, esposti a tutti i venti. Ci sono camere che si affacciano a nord dove le temperature sono polari». Le segnalazioni sono state inviate a Casalp: la risposta automatica alle mail è il numero di protocollo, e basta. «La prima volta mi hanno invitato a spurgare i termosifoni - riferisce la signora Rita -. In una telefonata successiva mi hanno chiesto di inviare i documenti della caldaia, del controllo annuale se era stato fatto, la documentazione che non eravamo morosi… Ma noi siamo inquilini e il riscaldamento è centralizzato, non li abbiamo noi questi documenti. Poi tre giorni fa hanno detto che avrebbero provveduto ad appaltare i lavori. Ma nel frattempo qui si gela, mangiamo tremando. E io ho avuto un’ischemia cerebrale, non è tollerabile».

Il problema è stato più volte segnalato anche al Comune. «Ci hanno detto che avrebbero avvisato Casalp, ma non è sufficiente». Lo stesso museo è al freddo: alla finestra c’è un’addetta affacciata, e conferma che anche lì il riscaldamento non è mai partito. «La caldaia del Comune invece, a fianco della nostra, si vede che è in funzione».

E il problema qui non è solo il riscaldamento. «Sulle pareti abbiamo la muffa - dicono, indicando il soffitto dell’appartamento e le macchie ben visibili -. Vengono, a volte, e tamponano. Ma non serve a niente se non fanno interventi ai tetti. Le persiane crollano, le mura esterne sono tutte scrostate, c’è il degrado più completo. Eppure qui è borgo storico, passano un sacco di turisti ma quello che trovano è indecente. E quando lo segnaliamo al Comune ci viene risposto che dobbiamo farlo noi, a spese nostre, facciata compresa. Ma le manutenzioni straordinarie non sono a carico del proprietario? Ci chiediamo se siamo inquilini normali o di serie B».

«Nel mio appartamento lo scorso anno è crollata una parte del soffitto. Sono venuti ma l’intervento è stato fatto dall’interno, un rattoppo, tant’è che dopo 10 mesi è crollato di nuovo», racconta un’altra inquilina. I problemi partono già dal parcheggio. «È sterrato ma Ztl, dovrebbe essere riservato a noi residenti ma ci parcheggia chiunque, anche chi lavora in Comune e nessuno mai che controlli». Ognuno di loro ha qualcosa da denunciare: grondaie e tegole che cadono, lavori straordinari che hanno dovuto pagare di tasca propria. L’amministratore di condominio non c’è. Manca un interlocutore. «E intanto qui congeliamo, ma abbiamo almeno il diritto di sapere quando potremo avere di nuovo il riscaldamento». l


 

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