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Paola, una maestra con ago e filo: «Così mostro la magia del cucito»

Paola, una maestra con ago e filo: «Così mostro la magia del cucito»

Grande successo per i corsi di sartoria frequentati spesso anche dai giovani

29 novembre 2022
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CECINA. Per molti di noi è un mestiere quasi scomparso. Se infatti per le nonne di un tempo era un’abitudine, oggi anche riattaccare un bottone sembra ai più una sorta di missione impossibile. Figuriamoci partire da zero e realizzare una gonna a ruota. Per Paola Cappellini invece il mestiere di sarta c’è sempre stato. «Per me è un mondo un po’ magico e io ci sono nata. Mia madre – racconta – ha sempre fatto la sarta in casa e il primo dito con la macchina da cucire me lo sono bucato a sei anni. Ma mi rendo conto che non è così per tutti e la conferma è l’entusiasmo con cui le allieve dei miei corsi fanno il primo nodo una volta messo il filo nell’ago».

Rosignanese, ha coltivato la passione anche crescendo. «Uncinetto, punto croce, ho provato di tutto – spiega – ho studiato da ragioniera ma alla fine tornavo sempre lì, con l’ago e filo in mano. Non l’ho cercato – rivela Cappellini – è capitato ed è stato anche un po’ inevitabile, dopotutto era quello che sapevo fare meglio». La cognata lavorava in un ricamificio e Paola ha cominciato da lì, come dipendente. «Insieme ad altre abbiamo aperto una società e facevamo lavori di cucito per conto terzi. È stato un crescendo». Adesso è da sola e ha una piccola sartoria lungo l’Aurelia, nei pressi del vecchio passaggio a livello. Ha cominciato realizzando abiti da sposa su misura, personalizzati. Poi le riparazioni, gli accessori. «Ma ho sempre avuto il pallino dei corsi, di insegnare ad altri questa magia. E a un certo punto mi sono detta: perché no?».

Le sue allieve non si iscrivono ai corsi per farne un mestiere ma per imparare “la magia” di aggiustare e creare. «Sono signore in pensione che hanno tempo libero e vogliono dedicare del tempo a una passione – spiega Cappellini – mamme che si ritagliano del tempo per loro stesse. Ma non mancano anche dei ragazzi. E proprio in questi giorni ha cominciato una ragazzina di appena 15 anni». Il corso all’inizio era annuale, ora sono pacchetti mensili. Si parte dalle basi, dal mettere appunto il filo nell’ago. «E neanche si immaginano che dopo poche ore di lezione hanno imparato a fare un orlo o stringere dei pantaloni commenta la sarta rosignanese – poi se vogliono proseguono e mano a mano che andiamo avanti proviamo a fare sempre qualcosa in più, anche in base alle loro richieste». Sono le allieve che magari portano abiti da riparare, giacchetti con cerniere da sostituire. «E io insegno loro i miei trucchi – racconta Cappellini – non ci sono segreti da tenere custoditi gelosamente. La maggior parte di loro non ha mai attaccato un bottone. È un po’ come i bambini che devono imparare che la frutta nasce sugli alberi e non già confezionata per il supermercato». Riscoprire insomma la meraviglia del fatto a mano. E ci sono anche corsi specifici, per chi ha già una certa manualità. «Come realizzare una gonna a ruota o a cannone, in pieno stile anni 60». Si impara a cucire a mano e a macchina. E in poco tempo i corsi hanno fatto il pieno. Forse anche per la voglia di riutilizzare i vecchi capi, di non sprecare. «Capita spesso che chieda loro di portarmi i loro capi, da rinnovare o riparare – racconta Cappellini – seguo le idee e le proposte del gruppo, ma per tutti loro è anche un po’ terapeutico. Ci si impone di trovare del tempo da dedicare ad imparare qualcosa, una volta a settimana: si torna ad usare le mani per creare qualcosa di nuovo».

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