LA RICERCA

Un gancio al Parkinson. In Toscana il morbo si rallenta a cazzotti

Samuele Bartolini
L’ortopedico Bertoni con l’allenatore Andrea; nelle altre due foto gli allenamenti di boxe anti-parkinson
L’ortopedico Bertoni con l’allenatore Andrea; nelle altre due foto gli allenamenti di boxe anti-parkinson

Firenze, una giornata nella palestra dove si sperimenta un trattamento contro la patologia neurologica diffusa

03 febbraio 2020
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Andrea grida: “Uno!”. E Alessandro tira un diretto con il pugno sinistro. “Due!”. Alessandro tira un diretto col destro. C'è musica a palla nella palestra. Ci sono specchi alle pareti. E dal soffitto pendono due sacconi neri. La lezione di boxe è in pieno svolgimento. Alessandro, insieme a Piero e Raniero, indossa due guantoni neri da pugile. Andrea, il tutor del gruppo, scandisce il ritmo della lezione cellulare alla mano. Alessandro guarda il saccone davanti a sé, drizza le orecchie e, appena sente il numero, parte col pugno sul saccone. Piero e Raniero fanno lo stesso. Poi suona un bip. Pausa. Ora si cambia. Il saccone non serve più.

GUANTONI E BUONUMORE

Alessandro mette speciali occhiali da sole e schiva i gommosi bastoni verdi che gli volano sulla testa. Alessandro non ha mica il fisico di Mike Tyson. I movimenti delle braccia sono rallentati. Le gambe sono un po' rigide. Ma il miglioramento c'è. Pure l'umore è salito. Insomma. Ora è tutt'altra storia e il morbo di Parkinson fa meno paura. Anche perché non è certo la classica lezione di boxe quella al Training Lab di via Scipione Ammirato. Alessandro, Piero e Raniero, tutti e tre a ridosso dei 70 anni, tutti pensionati o giù di lì, giocano a fare i pugili, tirano i pugni al saccone nero. In realtà combattono il morbo Parkinson, in una maniera che non s'era mai vista in Italia. Col pugilato. Grazie all'associazione “Un gancio al Parkinson” di Maurizio Bertoni. E pare funzioni.

LA STORIA DI ALE

Per Alessandro almeno è così. Due ore a spasso con il cane. Poi il nordic walking, la camminata “coi bastoni” che va tanto di moda: « S'è deciso di non stare più fermi». Eggià. Ora è tutto un movimento per Alessandro: 68 anni, residente a Novoli, da due anni pensionato della Kbrs. La boxe al Training Lab lo aiuta tantissimo. Ma è tutto uno stile di vita che è cambiato. Prima però suonano le note stonate. «Quando il neurologo m'ha detto che avevo il morbo di Parkinson mi sono buttato giù. Ero entrato in un incubo». All’inizio Alessandro si chiude in se stesso. «Prima avevo l'abitudine di tamburellare con le dita. A un certo punto non mi riusciva più. Non solo. Facevo fatica a sollevare le braccia. Fare i passi lunghi con le gambe era sempre più difficile. E perdevo l'equilibrio». Fino a che Alessandro decide di fare gli esami. E' il neurologo a dargli la brutta notizia. Comincia l'incubo. Monta l'idea di non farcela più. Sale la vergogna di farsi vedere in giro. E invece no. E invece il Parkinson lo si può combattere.

LA FISIOTERAPIA

«Ho cominciato con la fisioterapia. Poi la danza leggera. Fino alle lezioni di boxe qui al Training Lab». Ora Alessandro sta meglio. Quel tiro dritto al saccone ora va più veloce. I riflessi sono più rapidi. Ma aiuta tanto anche stare con gli altri: scherzare sull'età, fare chiacchiere da bar. In una parola: socializzare. Sono due allenamenti da un'ora a settimana per un totale di 24 ore in tre mesi, ma in realtà sono una scarica di benessere che fa bene a corpo e mente per un tempo molto più lungo.

DA NEW YORK A FIRENZE

Il morbo di Parkinson colpisce oltre 20mila persone in Toscana di cui 2mila Firenze. I malati sono in aumento e l'età di esordio si abbassa sempre di più. Oggi ci sono malati anche di 40-50 anni. L'associazione 'Un gancio al Parkinson' aiuta a combattere la malattia col pugilato. È il primo tentativo in Italia: «L'idea mi è venuta alla palestra Gleason Gym di New York. Sul ring c'era un omone di colore che insegnava la boxe a malati di Parkinson e dico: lo porto in Italia». E così è stato. Maurizio Bertoni, ortopedico, direttore sanitario di Training Lab e presidente dell'associazione “Un gancio al Parkinson” ha portato l'idea americana a Firenze: «Qui abbiamo 25 pazienti. 17 uomini e 8 donne. Età compresa tra i 50 e i 75 anni. Tra qualche giorno pubblicheremo un report. Ma si vedono già i risultati». E la Regione è interessata. L'assessora alla salute Stefania Saccardi afferma: «Stiamo monitorando l'esperienza. Il pugilato potrebbe essere un aiuto prezioso per rallentare i sintomi del Parkinson». Ora non resta che attende i dati. —
 

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