La Regione vuole abbattere 250mila cinghiali
Il piano dell'assessore regionale all'agricoltura Remaschi: intensificare la caccia. Coldiretti chiede di poter entrare con le doppiette anche nelle aree protette. Ecco le province dove si abbatteranno più capi
FIRENZE. Marco Remaschi, assessore regionale all’agricoltura, non ha dubbi: per salvare colture e garantire anche la sicurezza nella circolazione stradale bisogna abbattere i cinghiali. E i caprioli. Non diecimila o ventimila. A occhio e croce 250mila. Per raggiungere l’obiettivo in due anni c’è un solo modo: “Incentivare il rapporto sinergico con i cacciatori”. In altre parole aumentare il numero di capi che le doppiette possono abbattere.
Niente deregulation nella caccia – precisa Remachi – ma un piano preciso per “intensificare gli abbattimenti” nei prossimi 24 mesi. Del resto, negli ultimi dieci anni la popolazione degli “ungulati” – così si chiamano questi animali che assaltano le colture e si spingono, ormai anche nei giardini delle abitazioni – è aumentata in modo esponenziale. Quasi senza controllo, nonostante che la Toscana abbia, nel tempo, approvato piani di controllo della popolazione.
[[atex:gelocal:il-tirreno:regione:1.11965874:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.iltirreno.it/toscana/2015/08/21/news/di-origine-centroeuropea-l-errore-fatale-50-anni-fa-1.11965874]]Evidentemente non sono serviti. O non sono bastati. Soprattutto in alcune province che saranno oggetto di battute di caccia particolarmente intense perché qui c’è una maggiore concentrazione di cinghiali “seguiti a ruota, comunque, dai caprioli - sottolinea Paolo Banti, responsabile in Regione dell’ufficio gestione fauna selvatica – che non fanno certo meno danni: in primavera soprattutto divorano i germogli delle viti, mettendo a rischio la produzione”. I territori considerati “sorvegliati speciali” – conferma Remaschi – sono quelli nei quali “l’agricoltura è più fiorente”: si parla, quindi, delle province di Grosseto, Siena, Arezzo, Firenze e Pisa. Ma non saranno “trascurate neppure le zone di Massa, Lucca, Pistoia dove, ugualmente, questi animali sono presenti”.
E proprio da Pisa arriva la richiesta dell'associazione Coldiretti affinché siano consentiti gli abbattimenti anche nelle aree protette. Le doppiette dovrebbero poter superare, secondo Coldiretti, le zone di rispetto venatorio in particolare all'interno delle due presenti nel Comune di Castellina Marittima (Pisa), dove l'altra notte un cinghiale ha "speronato" l'auto sulla quale viaggiava un trentanovenne di Rosignano (Livorno) morto in seguito all'incidente. Secondo la Coldiretti di Pisa serve "un piano di abbattimenti straordinari anche all'interno di aree e parchi dove oggi è impossibile cacciare e rivedere completamente il piano delle zone di divieto che devono essere ridotte numericamente". "Se vogliamo risolvere il problema - spiega Fabrizio Filippi, presidente provinciale di Coldiretti - si deve consentire, per un certo periodo, ai cacciatori di eseguire gli abbattimenti e le catture anche in queste zone che sono vere e propri rifugi. I cinghiali, così come le altre specie di ungulati che oggi minacciano non solo pi l'agricoltura, proliferano proprio in quelle aree". Nonostante gli sforzi dell'Atc 14 di Pisa (2.452
abbattimenti ma inferiori per ai piani di previsione dell'ultimo biennio) i cinghiali continuano, secondo la Coldiretti pisana, "a essere responsabili del 90% dei danni provocati all'agricoltura e ora costituiscono una seria minaccia anche per la comunità non agricola: sono raddoppiati rispetto ad alcuni anni fa e tutti i piani attuati fino a qui sono stati fallimentari". Infine, l'associazione degli agricoltori chiede che si tenga "aperta la caccia per un anno: la popolazione deve essere ridotta almeno del 50% perché in Toscana ci sono 250mila ungulati di troppo".