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La battaglia sul consumo di suolo a Livorno, l'Ispra a Salvetti: «Indagini rigorose»

La battaglia sul consumo di suolo a Livorno, l'Ispra a Salvetti: «Indagini rigorose»

La replica dell’Istituto: «Dati ufficiali e il Comune li aveva da luglio»

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LIVORNO. Continua il botta e risposta tra l’Ispra – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – e il sindaco Luca Salvetti in merito all’ultima edizione del Rapporto sul consumo di suolo del 24 ottobre 2025 secondo cui nel 2024 (rispetto all’anno precedente), nella nostra città sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi quattro ettari, a fronte di nessuna porzione di terreno restituita alla natura. Creando secondo Ispra un quadro sbilanciato, con la percentuale totale di suolo consumato che ammonta al 28%, pari a 2.935 ettari.

Un’analisi che aveva mandato su tutte le furie il sindaco Luca Salvetti che ha contestato i dati, analizzando punto su punto quelli che il primo cittadino ha definito «dei veri e propri abbagli», citando tra i tanti errori ad esempio il caso del Cubone dove – secondo Salvetti – «è stato considerato l’intero cantiere della palestra di via San Marino come consumo di suolo, ovvero 8.900 metri quadrati, quando in realtà la palestra avrà un’estensione di 1.900 metri quadrati e i restanti 7mila saranno un parco sportivo con alberi e prati».

Ieri però dall’Istituto è arrivata una secca replica rispetto alla posizione del sindaco, che aveva anche evidenziato come la ricognizione di Ispra fosse stata fatta usando le immagini di Google Earth.

«I dati che sono stati oggetto di commento rappresentano, per legge, il riferimento ufficiale per tutte le pubbliche amministrazioni, inclusi gli enti territoriali – spiegano dall’istituto del ministero dell’Ambiente –. Gli stessi dati erano stati pubblicati e resi disponibili dall’Ispra a tutti i Comuni per eventuali osservazioni già dal mese di luglio 2025».

Ispra respinge le accuse di abbagli e di superficialità nell’analisi e spiega che «il rapporto sul consumo di suolo è il risultato di un lavoro corale che coinvolge oltre cento tecnici e ricercatori specializzati, svolto con rigore scientifico e metodologico, secondo criteri condivisi e trasparenti. In particolare – spiega Ispra –, tale rapporto si basa su dati provenienti dal Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, costituito dalle Agenzie Regionali e Provinciali di protezione dell’ambiente, con una metodologia che si attiene scrupolosamente alle normative europee e nazionali. Tali norme definiscono con chiarezza cosa si intenda per “consumo di suolo”, esattamente come riportato nei nostri dati, secondo criteri scientifici riconosciuti e in linea con quanto indicato dalle norme europee e nazionali che ne prevedono il monitoraggio».

Ispra «si rende disponibile ad un confronto tecnico e continuerà a svolgere il proprio lavoro con serietà e responsabilità, documentando le trasformazioni del territorio che comportano la perdita di suoli naturali e agricoli, trasformazioni visibili a chiunque consulti i nostri dati, puntualmente condivisi, verificati, validati e resi pubblici. Lo studio condotto da Ispra e Snpa poggia su solidi pilastri, quali approfondimento, accuratezza, validità e trasparenza, non soltanto sulla semplice osservazione di “Google Earth”, ma avvalendosi di tutte le migliori tecnologie di osservazione della Terra e della rete delle Agenzie regionali che rilevano le informazioni sulla base di una conoscenza dettagliata del territorio».
 

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