«Giornalista rapinato del cellulare»: accolta la proposta di risarcimento
La formazione del Prato calcio a 5
Per i sei imputati, nel frattempo, si è comunque aperto il processo penale
LIVORNO. Lo hanno risarcito, motivo per il quale ora il giornalista del Tirreno non è più parte civile nel processo. Si è aperto il dibattimento per fare luce sulla rapina nei confronti del cronista del nostro quotidiano che, mentre stava documentando una manifestazione del cosiddetto “Popolo delle barchette” davanti alla sede dell’Autorità di sistema portuale degli scali Rosciano, venne aggredito e privato del suo cellulare da alcune persone.
Tutto è accaduto attorno alle 18 del 10 febbraio 2021 durante un presidio-protesta dell’associazione per la tutela e la conservazione delle tradizioni marinare e del porto mediceo, quando il giornalista sarebbe stato accerchiato e minacciato da un uomo che si è spacciato per poliziotto e da altre persone che gli hanno preso dalle mani il cellulare. Una scena avvenuta sotto gli “occhi” elettronici delle telecamere dell’Authority, poi utilizzate dalla digos per le indagini, scattate immediatamente.
Gli imputati – difesi dall’avvocato Luca Di Rosa – sono il cinquantottenne all’epoca dei fatti presidente del circolo Borgo Pier Damiani (nativo di Portoferraio, all’isola d’Elba, ma residente a Livorno e unico indagato anche per sostituzione di persona, perché avrebbe dichiarato di essere un agente), la settantaquattrenne livornese Paola Turio, il sessantaseienne labronico Roberto Lippi, la sessantenne Gigliola Pantera (residente a Casciana Terme, in provincia di Pisa, ma originaria di Massa), il sessantaduenne livornese Riccardo Cristiani e il suo concittadino di 75 anni Paolo Ponzali. Per tutti era stato chiesto il processo anche per violenza privata, all’epoca un reato procedibile d’ufficio: ora, dopo cambiamenti normativi, non lo è più e la vittima – che si era costituita parte civile assistita dal legale Bruno Neri, ora a fronte del risarcimento ha rinunciato e durante la prossima udienza sarà ascoltato come testimone, nonché parte offesa – non ha sporto querela e quindi il giudice dell’udienza preliminare, Marco Sacquegna, limitatamente a questo aveva dichiarato il non doversi procedere. Damiani – secondo l’accusa – avrebbe anche «minacciato di buttare in mare il giornalista».
© RIPRODUZIONE RISERVATA