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Cresce la Banca di Castagneto e ora punta a sbarcare a Firenze

di Melania Carnevali
Cresce la Banca di Castagneto e ora punta a sbarcare a Firenze

L’istituto nel 2022 ha aperto due nuove filiali e ha chiuso l’anno con 8,8 milioni di utili. Il direttore generale: «Ci preoccupa l’aumento dei tassi, le famiglie sono in difficoltà»

24 marzo 2023
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LIVORNO. Quasi nove milioni di utili, un aumento di oltre 200milioni di euro delle masse amministrate, patrimonializzazione in crescita, con un patrimonio netto che si attesta a 117, 4 milioni di euro e con il Cet1 ratio (il rapporto tra il capitale ordinario versato nell’istituto e le attività ponderate per il rischio) che arriva al 18%, quando solo due anni fa era al 15%. Sono i numeri del 2022 della Castagneto banca 1910. Un bilancio «importante – secondo il direttore generale Fabrizio Mannari -, anche troppo per i tempi che viviamo. Non sono molto contento quando faccio un bilancio troppo bello in questi periodi, perché alla fine bisogna considerare i fattori che hanno contribuito a questo bilancio. Il fattore principale è l’aumento dei tassi. Bisogna considerare le difficoltà delle imprese e delle famiglie per sostenere l’indebitamento. Il pensiero più frequente è proprio sulle famiglie. Tre punti in un mutuo casa sono migliaia di euro solo di interessi. Una famiglia che ha un mutuo medio di 150mila euro si trova in serie difficoltà, anche con due stipendi. Noi siamo una banca locale, sensibile. Speriamo che i tassi si fermino».

La banca, lo scorso anno, ha messo la bandierina nella quarta provincia toscana. Dopo Livorno, Grosseto e Pisa ha infatti aperto una filiale a Lucca. Un’altra filiale è stata aperta nel comune di San Giuliano, nella frazione della Fontina. Aperture controtendenza in un settore che si sta ritirando sempre più nella digitalizzazione, ma che in fondo rispecchia lo spirito dell’istituto di credito nato nel 1910, appunto, per aiutare le piccole comunità, gli artigiani, gli agricoltori. Era nata infatti come cassa rurale, diventata cassa rurale artigianale, poi banca di credito cooperativo. La riforma del credito cooperativo del 2016 ha poi introdotto la nuova figura dei gruppi bancari cooperativi stabilendo che tutte le piccole realtà dovessero entrarne a far parte. Quello di Castagneto banca 1910 è il Gruppo Cassa Centrale e adesso comprende 68 banche. «La banca – racconta il dg – è nata per le piccole realtà. Oggi questo ruolo è messo in discussione dalla normativa. Abbiamo le stesse regole delle grandi banche. Spesso dico che gli altri giocano in un campo rasato, noi con l’erba alta, perché siamo una banca piccola, la normativa europea ci pesa. Ci distanzia dalla vicinanza che vorremmo avere con i clienti. Ci sono filiali che teniamo aperte solo per la funzione sociale. Facciamo sevizio alla fascia di clientela anziana. Tutti le filiali, ad esempio, hanno ancora le casse. Gli istituti da tempo non li hanno più. È una rimessa, ma rientra in questa funzione sociale che la banca ha».

Il gruppo ha chiuso il 2022 con 562 milioni di euro. La banca con 8,8 milioni. «Dato che dimostra la capacità di produrre reddito. La banca non ha mai chiuso un bilancio in perdita. Questo è il nostro biglietto da visita», spiega Stefano Del Monte, responsabile divisione organizzazione. Sono in crescita, come detto, le masse amministrate: gli impieghi a clientela crescono di circa 61 milioni (+5, 4%, arrivando a quota 1,2 miliardi di euro), la raccolta diretta cresce di 54 milioni (+4,3%, arrivando a quota 1,3 miliardi di euro) e quella indiretta di 86 milioni (+35%, arrivando a quota 333 milioni di euro). Il dato della rischiosità dell’attivo si attesta a fine anno al 4,6% degli impieghi lordi (rispetto al 5,7% dell’anno precedente) con un tasso di copertura del 61% che per le sofferenze si eleva addirittura all’84%. Il margine di interesse di attesta a fine 2022 a 31,7 milioni, in riduzione rispetto all’anno precedente a causa dell’effetto dell’aumento dei tassi sui finanziamenti accesi alla banca centrale europea. Il margine di intermediazione chiude invece a 43,4 milioni, in crescita rispetto al 2021 grazie al buon andamento delle commissioni nette (+6% a quota 9 milioni di euro). Oltre alla patrimonializzazione, in crescita, c’è un altro indice che testimonia la stabilità della banca. È la liquidità che si calcola con Lcr (Liquidity coverage ratio, più alto è, meglio è). «Il livello medio delle banche, secondo i dati del Sole 24 Ore – spiega Del Monte – è 162%, il nostro istituto chiude il 2022 con il 174%».

Parte di quello che è entrato è stato restituito al territorio. La banca, nel 2022, ha speso circa 600mila per iniziative sociali, culturali, sportive e anche sanitarie. Ha sponsorizzato progetti, organizzato mostre, aiutato associazioni mediche. Ha anche acquistato 120milioni di euro di crediti legati ai bonus edilizi. «Siamo l’unica banca che ha continuato ad acquistare crediti quando tutto era bloccato», precisa Mannari.

La banca adesso ha 24 filiali e il progetto è quello di espandersi in altre province. «Quest’anno consolideremo la rete. L’idea – spiega il direttore generale – è quella di arrivare pian piano in Versilia o anche a Firenze. Avverrà nei prossimi anni. Non subito». Questo passerà dalla inevitabile chiusura delle filiali nei piccoli centri. Qui arriveranno Atm intelligenti con cui si potranno effettuare le principali operazioni bancarie. Uno verrà inaugurato presto in Corso Italia a Pisa.

Il bilancio verrà presentato per l’approvazione all’assemblea annuale dei soci che si terrà il 6 maggio per la prima volta in un teatro, il Teatro De Filippo a Cecina. «Con 5mila soci – dice il direttore generale – non era più gestibile nei nostri locali. Raccomando la partecipazione perché significa conoscere quello che la banca ha fatto. Siamo arrivati nella quarta provincia. Un passaggio importante. Una banca forte come la nostra, soprattutto a Livorno, dove ha la sua attività principale, è importante per la città perché significa essere presente quando ci sono problemi. Lo abbiamo dimostrato anche durante il Covid con finanziamenti prima che arrivasse il governo con la finanza agevolata. Ci sono realtà che vivono grazie a quello che facciamo noi».l
 

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