Elezioni, il bilancio di Guercio: «Noi a Livorno prima lista di sinistra Il futuro? Creare il campo largo...»
L’avvocato che fu tra i fondatori di Buongiorno Livorno e che da qualche mese è rientrato in politica diventando il riferimento di Sinistra italiana: «Hanno convinto temi sociali e ambiente»
Livorno «Non vi sarà sfuggito che noi a giugno praticamente non esistevamo a Livorno. Il risultato è stato incredibile, siamo la prima lista di sinistra in città, abbiamo preso più voti di chiunque altro in quest’area...». È un fiume in piena Marco Guercio, l’avvocato che fu tra i fondatori di Buongiorno Livorno e che da qualche mese è rientrato in politica diventando il riferimento di Sinistra italiana.
L’alleanza tra Verdi e Sinistra, che hanno corso in coalizione con il Partito democratico, ha centrato l’obiettivo dell’ingresso in Parlamento. In Toscana il risultato è stato di tutto rispetto (6,48 per cento, più di 33.700 schede), nel collegio di Firenze è stata per esempio eletta al Senato Ilaria Cucchi. A Livorno Si e Verdi hanno preso 4.176 voti (5,43 per cento), la sesta lista dopo Pd, Fdi, M5S, terzo polo di Renzi Calenda e Lega (vicinissima con 4.535 preferenze, poco meno del 5,9 per cento).
«Non sfuggirà – ripete Guercio, legato a Nicola Fratoianni dai tempi dell’università – che noi praticamente a giugno non esistevamo a Livorno, il risultato ottenuto va letto con questa premessa. Appena ci siamo costituiti, la nostra corsa per l’organizzazione e il radicamento sul territorio è stata interrotta bruscamente dalla caduta del governo e dalle elezioni politiche. Ma non ci siamo sottratti alla sfida».
Anche il nome di Guercio è comparso sulla scheda elettorale. «Ma io – ribatte – ho deciso di “candidarmi senza candidarmi”, in una posizione dove non avrei mai potuto essere eletto, ero terzo sulla scheda del Senato. Perché l’ho fatto? Perché ho ritenuto dovesse essere chiara la mia appartenenza». In ogni modo, sostiene, «il risultato è stato incredibile, siamo la prima lista di sinistra in città, abbiamo preso più voti di chiunque altro in quest’area, sia all’interno che all’esterno della coalizione».
Fuori dal recinto di centrosinistra la galassia di sinistra correva divisa in tre: il Pci solo al Senato (2,29 per cento, 1.770 voti), Potere al popolo e Rifondazione con unione Popolare (intorno al 4 per cento, 3.051 schede), Il Pc di Rizzo dentro Italia Sovrana e Popolare (2 per cento, poco più di 1.500 voti).
Per Guercio «noi avevamo un programma bello, che mette al centro istanze sociali e temi ambientali, che è la chiave di volta della politica in questa fase. In più abbiamo fatto con chiarezza e credibilità una serie di proposte rivolte ai soggetti deboli, a chi è sfruttato, a chi è in difficoltà. E abbiamo portato in Parlamento persone che rappresentano segmenti di lotte importanti, vedi Ilaria Cucchi».
Ok, ora però? Guercio è tra quanti si erano esposti alla vigilia del voto per allargare il campo ai 5 Stelle («servono i buttadentro, non i buttafuori», aveva detto). Ora anche a Livorno le urne hanno restituito una fotografia del M5S in piedi, terzo partito con oltre il 16 per cento (tra i 12 e i 13mila voti). Sinistra italiana lavorerà per allargare il campo della coalizione in vista delle amministrative che decideranno il sindaco? «Giro la domanda: chi si prende la responsabilità di non farlo? Di non creare il più ampio campo possibile in tutte quelle situazioni in cui è richiesto, che siano elezioni regionali o comunali? Poi, che questo sforzo porti effettivamente a un incontro sui temi è da vedere. Ma non posso pensare che aprioristicamente non ci si provi. Ovunque».
Intanto Sinistra italiana darà il via al tesseramento e «tra fine ottobre e inizio novembre a Livorno andremo a congresso: ora che sappiamo che abbiamo un bacino così importante, speriamo che molti si iscrivano...». Dopodiché «c’è da costruire una sinistra che torni a insistere sui temi sociali e ambientali, a fare opposizione in Parlamento e a costruire sui territori coalizioni che mettano al centro i temi e che insegnino anche a livello nazionale qual è il modo per superare la destra. Che ora, ahimè, ci farà vedere di cosa è capace». l
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