Porto, per lo sviluppo serve l’innovazione

Porto, per lo sviluppo serve l’innovazione

Esperti e operatori in conclave con l’Authority: il futuro si costruisce non solo con la maxi-Darsena ma anche con l’high tech

05 giugno 2015
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LIVORNO. Il porto di Livorno punta sull’innovazione per cercare di costruire la ripresa: al di là dell’ “hardware” delle grandi infrastrutture di cui sempre si parla, c’è anche un “software” fatto di novità che semplificano le procedure e le rendono più compatibili con le richieste del mercato.

È di questo che si è parlato nell’Innovation Day organizzato dalla direzione sviluppo dell’Authority. Come dic ono a Palazzo Rosciano, «chiudere una nave a Tangeri, Marocco, ed avere contemporaneamente tutti i documenti necessari a Livorno per poter scaricare la merce e instradarla verso i mercati di riferimento, può essere la carta per vincere le sfide della competizione».

Occhi puntati dunque sui servizi resi possibili da "tecnologie abilitanti" come il Secure Corridor o il Meditracknet, che favoriscono una integrazione tra porto e interporto, o infostrutture come il Tpcs o il Port Monitoring System, che consentono la comunicazione fra gli operatori commerciali e le Autorità di controllo.

L’alto dirigente ministeriale Enrico Puja ha sottolineato che gli sono stati presentati «progetti interessanti come il port monitoring system (Moni.ca.) che sarebbe utile sviluppare e implementare a livello nazionale». Il riferimento è al progetto sviluppato dall'Authority per il controllo in tempo reale, e con grafica tridimensionale, delle aree portuali e retroprotuali tramite la visualizzazione dei dati rilevati dalle reti di sensori dispiegate nel porto.

A confronto esperti e operatori internazionali nel tentativo di mettere sotto la lente le migliori esperienze per capire cosa può fare Livorno in questo campo.

Al quartier generale dell’Authority sono fiduciosi: il porto di Livorno – tengono a sottolineare – «ha tutte le carte in regola per trasformarsi nella Silicon Valley dell'industria portuale, così come hanno segnalato a più riprese i relatori presenti al convegno».

Per Massimo provinciali, numero due di Palazzo Rosciano, l'Authority «sta riuscendo a diventare il pivot del sistema delle imprese, delle istituzioni e del mondo accademico nel campo dell'innovazione tecnologica».

Il sindaco Filippo Nogarin torna alla carica sulla questione della maxi-Darsena: ripete che non è contrario ma che il dossier di Ocean Shipping non lo convince affatto e spiega che nei prossimi giorni il Comune renderà noto un proprio documento sulla questione.

Ma, quanto all’innovazione, Nogarin ne fa l’architrave del fare impresa: l’esempio è quello della 3M che deve la propria fama anche all'invenzione del post-it. E ora vuol capire – afferma – «quali delle intuizioni in campo tecnologico presentate dall'Authority avranno la forza di rivoluzionare il modo di fare impresa nel porto di Livorno».

A giudizio della dirigente sviluppo strategico dell'Autorità Portuale, Antonella Querci, l’Alto Tirreno «può oggi ambire a diventare una importante “porta” per far arrivare la merce verso i mercati dell'Europa centro-orientale»: l'innovazione tecnologica significa creare attrattività e «anche mettere in correlazione Livorno con porti fisicamente lontani, come quelli collocati lungo la sponda sud del Mediterraneo, con cui stiamo realizzando forti sinergie».

Querci mette in fila una serie di aspetti: la partecipazione dell'Authority labronica alla commissione Espo per l'innovazione nei porti europei; la collaborazione con il Consorzio Nazionale Interuniversitario delle Telecomunicazioni (Cnit) e con l'Etsi (European Telecommunications Standard Institute) «sul fronte della standardizzazione dei sistemi informativi dei porti»; le numerose iniziative promosse nel campo dell'Ict. È il modo per fare di Livorno «un porto smart, connesso, standard e tecnologicamente avanzato».

Nasce in questo scenario l’intesa fra Authority e Confindustria. Scopo? Dare al porto «una rete di comunicazione cablata a alta velocità a supporto delle attività industriali e logistiche» e strutturare in porto «nuovi sistemi di misura fondati anche sullo sviluppo di una sensoristica non ancora commerciale e a sviluppare le piattaforme già esistenti».

«Il Protocollo - ha detto Simone Genovesi, presidente di Terziario Innovativo di Confindustria Livorno - prende il via da una logica bottom up dell'Apl, che è quella di mettersi in ascolto delle imprese".

"Questa intesa - ha aggiunto il presidente di Confindustria Livorno, Alberto Ricci - rafforza la collaborazione tra Authority e confindustriali. Attraverso l'innovazione tecnologica possono essere raggiunti risultati importanti nella filiera della logistica".

Vanni Bonadio (Logistica Toscana) insiste nel ribadire che la Regione, e in primis il governatore Rossi, vede nelkl’intesa tra Autorità portuale e Confindustria l’«arricchimento ulteriore dell'accordo di programma siglato il 7 maggio».

In fondo è stato proprio per questo motivo, per "fare sistema", che la Port Authority ha elaborato servizi per la comunità portuale come il Tuscan Port Community System, la moderna piattaforma telematica che permette a tutti i soggetti interessati di comunicare tra di loro e di seguire da vicino il percorso che fa la merce, dalla nave a destinazione. Il Tpcs, come ha annunciato il responsabile ufficio progetti strategici dell'Authority, Paolo Scarpellini, è stato ora arricchito di nuove funzionalità che lo rendono inter-operabile con le piattaforme dell'area Mediterranea per supportare le linee di traffico con i maggiori porti del Nord Africa».

Non è un caso, aggiunge l’esponente dell’istituzione portuale, che lo scalo labronico guardi oggi con sempre maggiore interesse ai paesi della sponda sud del Mediterraneo: l'obiettivo è garantire la progressiva integrazione con i corridoi di trasporto intermodali europei, sia attraverso la rete dei Port Community SyStem, sia con i sistemi telematici delle piattaforme logistiche multimodali ferro gomma.

Negli ultimi anni Livorno è anche riuscita a migliorare i servizi di tracciabilità della merce, istituendo corridoi controllati che consentono di sdoganare i prodotti in arrivo via mare durante il trasporto dal porto al retroterra.

«I secure corridor saranno una realtà per Livorno nei prossimi mesi - ha detto il responsabile ufficio innovazione e tecnologie, Francesco Papucci - grazie alle intese sviluppate con gli interporti e grazie alla collaborazione con l'Agenzia delle Dogane».

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