Il Tirreno

Il caso

Bufera sul tatuaggio neofascista del segretario della Lega Bologna: «L'ho fatto da giovane, mi piace la mitologia nordica»

di Alessandro Cori
Bufera sul tatuaggio neofascista del segretario della Lega Bologna: «L'ho fatto da giovane, mi piace la mitologia nordica»

Il pugno con il martello? «Sono sempre stato appassionato di fumetti, mi piace Thor».

06 ottobre 2022
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BOLOGNA.  Un tatuaggio d'ispirazione neofascista sul braccio del nuovo segretario della Lega a Bologna, Cristiano Di Martino. Sull'avambraccio ha un dente di lupo, uno dei simboli runici utilizzati dalle Ss tedesche (vietato ora in Germania), sovrastato da un pugno che regge un martello, simbolo di Terza Posizione, movimento eversivo di estrema destra fondato a Roma, nel 1978, da Giuseppe Dimitri, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi e rimasto attivo fino al 1982. Un nuovo caso che suscita polemica, dopo quello che nei giorni scorsi ha riguardato Mauro Giannini, sindaco di Pennabilli, paese dell'Appennino romagnolo in provincia di Rimini, che in un commento a un suo post sui social ha scritto: «Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera».

Parlando con il Corriere di Bologna, il neo segretario della Lega a Bologna Di Martino ha spiegato: «Non ho mai fatto parte di quel gruppo, ho fatto quel tatuaggio da ragazzino perché mi è sempre piaciuta la mitologia nordica». «Quando ho fatto quel tatuaggio, a 16 anni, neanche sapevo cos'era Terza Posizione», ha precisato.

Il pugno con il martello? «Sono sempre stato appassionato di fumetti, mi piace Thor».

Romano, 52 anni, Di Martino è in Emilia-Romagna dal 2010 ed è stato consigliere provinciale del Pdl a Ferrara. In questa veste nel 2011 partecipò a un evento promosso da Casapound al fianco di Gabriele Adinolfi.

«Ci sono in giro segretari con la croce celtica - si è difeso Di Martino - e io devo essere messo in croce per un tatuaggio dell'86? A volte in gioventù si fanno cose che magari nel corso degli anni si potevano fare in maniera diversa, ma non ho mai avuto nulla a che spartire con certi mondi».

Dura la reazione da parte del sindaco di Bologna, Matteo Lepore. «A me tutto ciò che è fascista fa schifo», ha detto il primo cittadino rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di commentare il caso, per poi aggiungere: «Credo che Salvini debba fare un po' di pulizia nel suo partito perché di fascisti finti tonti ne abbiamo già troppi».

In Terza Posizione, tra gli altri, militò anche Luigi Ciavardini, uno dei condannati in via definitiva per la strage alla stazione di Bologna, attentato che il 2 agosto 1980 fece 85 morti e 200 feriti. «Se lo potrebbe cancellare, per Bologna non è una cosa bella. Mi stupisce, speriamo che non sia un segno dei tempi in cui si sdogana tutto e di più», ha sottolineato Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto. «Chi ha una militanza politica - ha concluso Bolognesi - dovrebbe sapere cos'è Terza Posizione, quali sono i suoi simboli. Non è un bel gesto».

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