Il Tirreno

La lotta all’illegalità

Telemarketing, il Garante della Privacy ha sequestrato le banche dati di alcuni call center che chiamavano senza regole

Telemarketing, il Garante della Privacy ha sequestrato le banche dati di alcuni call center che chiamavano senza regole

Migliaia di utenti ricevevano di continuo chiamate nonostante non avessero dato il loro consenso all’utilizzo dei dati per fini commerciali

06 giugno 2023
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Confiscate per la prima volta in Italia banche dati di call center e multe per le società fino a 800mila euro per colpire il "sottobosco" del telemarketing illegale e selvaggio. È in corso da questa mattina fra il Veronese e la Toscana un'operazione condotta dai Finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma in collaborazione con i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona in esecuzione di alcuni provvedimenti del Garante per la Privacy nei confronti delle società Mas srls e Mas srl - rispettivamente multate per 200mila e 500mila euro - Sesta Impresa srl (300mila euro), Arnia società cooperativa (800miula euro). Due sono state raggiunte anche dal provvedimento di confisca congelando la base di dati sui potenziali clienti e utilizzata per effettuare le attività illecite. 

Scrive il Garante: «L’attività, scaturita da una segnalazione della Compagnia della Guardia di Finanza di Soave (VR), ha permesso di individuare le quattro società interessate, oggetto di successivi accertamenti svolti dal Garante con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche. Le medesime sono state ritenute responsabili di una serie di attività in aperta violazione della normativa in materia di protezione dei dati personali. In particolare, quelle veronesi (Mas srl; Mas srls), mediante acquisizione di apposite liste illegalmente prodotte, contattavano decine di migliaia di soggetti, senza che questi avessero mai rilasciato il necessario consenso per il trattamento dei propri dati a fini di marketing, proponendo offerte commerciali di diverse compagnie energetiche, giungendo anche a proporre, dopo poco tempo, passaggi inversi fra queste, al fine di accrescere le proprie provvigioni. I contratti così realizzati venivano poi girati alle due società toscane per l’indebito inserimento nel database delle compagnie, il tutto senza alcun formale incarico e in base a un sistema di distribuzione delle responsabilità in ambito privacy fittizio, meramente formalistico e con gravissime carenze nell’adozione di efficaci misure di sicurezza per la protezione dei propri sistemi».

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