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Terremoto giudiziario

Scandalo corruzione, il sistema e le tre accuse a Toti: «Quando mi inviti in barca? Così parliamo ora che ci sono le elezioni…». Le intercettazioni


	Giovanni Toti e Aldo Spinelli
Giovanni Toti e Aldo Spinelli

L’accusa: finanziato da Aldo Spinelli (ai domiciliari) a cui poi ha reso favori: «Voti comprati anche da Cosa Nostra». In carcere l’ad di Iren Signorini

08 maggio 2024
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GENOVA. Il "caviale da Monaco" per l'incontro sugli yacht in cui ottenere "finanziamenti". Soldi e favori per sbloccare i supermercati, trasformare spiagge libere in private e rinnovare concessioni portuali. A essere travolto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari per corruzione e corruzione elettorale in concorso su ordine del gip Paola Faggioni che accoglie la richiesta della Procura di Genova. La Guardia di Finanza ha perquisito la Regione e sequestrato 570mila euro a diversi imprenditori. Toti è accusato dai pm, guidati da Nicola Piacente, di aver ricevuto in più tranche, attraverso il proprio comitato elettorale, 74.100 euro dagli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli, già proprietari del Livorno Calcio, per agevolare affari. Come trasformare la spiaggia di Punta Dell’Olmo da "libera" a "privata" e realizzare un complesso immobiliare. «Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle... ora facciamo la pratica, si può costruire. Quando mi inviti in barca? Così parliamo un po' ora che ci sono le elezioni, c'abbiam bisogno di una mano...», dice Toti a Spinelli. Per il gip avrebbe incontrato Aldo Spinelli «quasi sempre sullo yacht dell'imprenditore al sicuro da “sguardi indiscreti”» nella «imminenza di almeno 4» elezioni.


L'ex giornalista 55enne si sarebbe interessato anche all'apertura dei supermercati Esselunga di Sestri Ponente e Savona accettando da Francesco Moncada (membro del cda della catena gdo, interdetto dall'attività d'impresa) la promessa di un «finanziamento illecito» attraverso alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo di Genova per la campagna elettorale comunale del 12 giugno 2022. Terza accusa: il rinnovo per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse alla società Terminal Rinfuse Genova srl (controllata al 55% dalla Spinelli srl) e l'assegnazione agli imprenditori di spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante e un’area demaniale di Aspi-Società Autostrade. Pratiche per le quali gli imprenditori alludono a pagamenti occulti. «E belìn! Ridi, te! Però, adesso, il 2 per mille lo dedichiamo tutto a te, eh?. Quello ufficiale è il due per mille... Tutto il resto... Il resto dopo», dice Spinelli.


In carcere è finito l'ad di Iren ed ex presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini. Da due diversi imprenditori, quando ancora non era in Iren, avrebbe ricevuto 15mila euro in contanti, 22 soggiorni di lusso a Montecarlo nell’Hotel de Paris inclusivi di giocate al casinò, servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici e un posto al Master di tennis del Principato, fiches per giocare al casinò, una borsa Chanel e un bracciale in oro Cartier da 7.200 euro, carte di credito per viaggiare a Las Vegas. Figura chiave dell'inchiesta il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, ex sindaco di Portovenere e uomo forte nelle Cinque Terre. Cozzani è stato raggiunto da due diverse misure cautelari ai domiciliari (Genova e La Spezia) per corruzione e turbativa d'asta. Risponde anche di aver agevolato Cosa Nostra e il clan Cammarata del Mandamento di Riesi. Da coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente” del 20-21 settembre 2020 avrebbe promesso, con gli indagati Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, esponenti della comunità siciliana di Genova, posti di lavoro per convogliare i voti degli elettori isolani della città (almeno 400 preferenze).

Secondo la Procura di La Spezia, Cozzani da sindaco del paese gioiello del levante ligure e capo di gabinetto truccava le gare in cambio di soldi e favori. Metteva in atto "attività amministrativa ad hoc" per avvantaggiare gli imprenditori milanesi Raffaele e Mirko Paletti (titolare del Grand Hotel di Portovenere) nella realizzazione di uno stabilimento balneare sull'isola.

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