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Mare in Toscana, dov'è l'acqua più pulita? Le zone migliori per fare il bagno e quelle in cui è vietato

di Martina Trivigno
Mare in Toscana, dov'è l'acqua più pulita? Le zone migliori per fare il bagno e quelle in cui è vietato

Per l’Arpat il quadro generale è migliorato rispetto al 2023 ma sono state individuate anche dodici aree "rosse"

04 maggio 2024
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La costa toscana gode di ottima salute. Per l’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana guidata dal direttore generale Pietro Rubellini, il 95% delle acque che lambiscono le nostre spiagge sono di qualità “eccellente”. È il risultato del monitoraggio dell’Agenzia, ripartito ad aprile e che proseguirà fino alla fine di settembre 2024.

I dati

Per il 2024, sono 277 le aree toscane dove sarà possibile fare il bagno, una in più rispetto all’anno precedente; su queste l’Agenzia effettua per tutta la stagione misure e prelievi, analizzando due parametri microbiologici: Escherichia coli ed enterococchi intestinali, la cui assenza o i bassi livelli sono un indicatore della qualità igienico-sanitaria per la tutela della salute dei bagnanti. E sulla base dei risultati del monitoraggio Arpat, la Regione ha stabilito la classificazione di queste aree: prima dell’inizio di ogni nuova stagione estiva, infatti, alle acque di balneazione viene attribuita una delle quattro classi di qualità valide in tutta Europa: eccellente, buona, sufficiente, scarsa. Quest’anno in Toscana, nessuna delle aree risulta in classe scarsa e la quasi totalità (il 95%) è eccellente, con dieci in classe buona e tre in quella sufficiente: si tratta, in particolare, di Salivoli a Piombino, Feniglia (lato Ansedonia) e la foce del canale Ansedonia ad Orbetello.

Le aree critiche

Non solo: la Regione ha anche approvato, sempre per la stagione balneare 2024, l’elenco dei 61 punti dove non sarà invece possibile fare il bagno, per la presenza di divieti permanenti per motivi indipendenti da inquinamento, come ad esempio aree portuali e riserve naturalistiche, e per motivi igienico sanitari. In particolare, questi ultimi sono 12 i divieti e una cinquantina, invece, quelli nelle aree portuali: in questi casi, però, non viene eseguito alcun monitoraggio, proprio perché la loro interdizione non è legata a situazioni di inquinamento per cui ci sia l’obbligo di risanarle.

L’obiettivo

Lo scopo del monitoraggio di Arpat è quello di consentire di “fare il bagno in mare” in sicurezza: da qui la proposta dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale della Toscana. «Da questo punto di vista, almeno per minimizzare i rischi per la salute dei bagnanti e gli impatti sulle attività economiche legate alla balneazione, è necessario sempre di più che sia promosso l’utilizzo delle ordinanze di divieto temporaneo in via preventiva (le cosiddette ordinanze preventive) – precisa – che sono lo strumento più idoneo per gestire queste situazioni di ragionevole certezza di inquinamento con tempistiche che permettano di limitare i rischi per la salute pubblica».

La posidonia oceanica

Il lavoro dell’Agenzia va anche nella direzione della conoscenza della posidonia e delle sue importanti funzioni per la sopravvivenza degli ecosistemi mediterranei: è fondamentale, infatti, per tutti coloro che frequentano le nostre coste e i nostri mari, per orientare comportamenti corretti (come quello di non buttare l’ancora in mezzo alla prateria) ed eliminare pregiudizi (le foglie spiaggiate non sono un rischio per la salute pubblica), facendone apprezzare la bellezza. Secondo un programma concordato con la Regione, sono state scelte 15 praterie di posidonia della Toscana, ciascuna controllata in un’area di circa tre chilometri quadrati, caratterizzate da diverse condizioni ambientali e monitorate una volta ogni tre anni (cinque praterie ogni anno)Per questo la Posidonia oceanica va protetta: i dati ambientali di Arpat sono molto utili per la Regione Toscana, chiamata a pianificare la tutela del mare, del turismo, della fascia costiera, della pesca e delle risorse ittiche.

 

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