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Allerta gelate fuori stagione, in Toscana a rischio oliveti e vigneti

di Martina Trivigno
Allerta gelate fuori stagione, in Toscana a rischio oliveti e vigneti

Dopo un periodo di caldo record, le temperature crollano all’improvviso. Antichi (Unipi): «I raccolti ne risentiranno in termini di quantità e qualità»

18 aprile 2024
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È allerta massima per l’agricoltura. Dopo un periodo di caldo record, il crollo della colonnina di mercurio arriva all’improvviso, dopo che le temperature primaverili avevano favorito l’esplosione delle fioriture e fatto spuntare i primi frutti. Ora nelle campagne toscane la paura è che i raccolti vengano danneggiati in modo irreparabile da gelate tardive. Intanto nevica all’Abetone e in Garfagnana, ma il freddo si fa sentire anche in città, costringendo i toscani a tirare di nuovo fuori il cappotto dall’armadio. Sì, perché secondo i dati del Centro funzionale regionale della Toscana, guidato dall’ingegner Bernardo Mazzanti, in soli due giorni si sono registrati, a seconda delle stazioni, da un minimo di 1.7 °C a un massimo di 6.4 °C in meno.

Il meteorologo Andrea Giuliacci conferma che con l’Anticiclone delle Azzorre “in vacanza” in Irlanda, non ci saranno barriere o ostacoli contro la discesa di aria polare dalla Scandinavia verso il Mediterraneo centrale. Ecco che l’Italia, e con lei la Toscana, rimarrà in balìa di correnti instabili più fredde da nord almeno fino al 25 aprile, se non oltre, con frequenti temporali, neve sulle montagne fino a 1.000 metri di quota, venti forti e temperature simili-invernali. In altre parole, per il caldo ci sarà da aspettare e il rischio gelate diventa quasi una certezza.

Per Daniele Antichi, professore associato del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa, in ogni caso i raccolti ne risentiranno. «In termini di qualità o di quantità, è presto per dirlo – sottolinea – L’unica certezza è che in questo momento eravamo in una fase in cui, con l’aumento delle temperature e l’allungamento delle ore di luce, le piante stavano producendo le foglie nuove e i germogli. In genere, questi bruschi cambiamenti comportano dei problemi ai nuovi tessuti, particolarmente sensibili ai danni da gelo». Ma con ogni probabilità le conseguenze ricadranno anche sulle tasche dei consumatori perché frutta e verdura potrebbero costare di più per consentire agli agricoltori di rientrare dei costi aggiuntivi con cui hanno dovuto far fronte all’emergenza freddo. «È difficile che frutta, verdura, grano e cereali manchino sulle nostre tavole perché siamo in un’ottica di mercato globale: in sostanza, ciò che manca lo si compensa con i prodotti importati dall’estero – precisa il docente – Va detto, però, che i cambiamenti meteorologici così repentini hanno un costo per gli agricoltori che può essere economico, qualitativo, energetico e quindi ambientale. Questo brusco abbassamento delle temperature può comportare il fatto che, ad esempio, l’agricoltore debba riscaldare la serra per evitare un danno o un ritardo di produzione con costi aggiuntivi».

Eppure dovremo abituarci sempre di più a fare i conti con il “clima impazzito” causato dai cambiamenti climatici. «La tendenza degli ultimi decenni è l’imprevedibilità che sta comportando grandi problemi – conclude il professor Antichi dell’Università di Pisa – Gli agricoltori, infatti, fanno fatica a programmare quali colture mettere in campo, come potare, come coltivare, proprio perché non c’è la certezza di avere una stagione favorevole. Quest’anno in Toscana l’autunno-inverno, ad esempio, è stato estremamente piovoso e ha comportato ritardi nella semina dei cereali, del frumento, dell’orzo. Tanti agricoltori hanno seminato tardi, ma d’ora in avanti bisognerà sempre più spesso fare i conti con questa variabilità fortissima e anche con gli eventi estremi».


 

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