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Firenze, avvocati penalisti in sciopero per la sentenza già scritta: il caso che ha fatto scoppiare la protesta

di Matteo Leoni
Firenze, avvocati penalisti in sciopero per la sentenza già scritta: il caso che ha fatto scoppiare la protesta

Previsti tre giorni di astensione e un’assemblea pubblica

06 maggio 2024
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FIRENZE. Una sentenza già scritta prima della fine del processo, con tanto di calcolo delle pene accessorie. La vicenda, che risale allo scorso febbraio, è venuta a galla dopo la scoperta fatta dal legale dell’imputato, avvocato Filippo Viggiano, che ha trovato il documento all’interno del fascicolo del dibattimento, quello che raccoglie tutti gli atti del processo. A seguito del fatto il difensore ha poi chiesto e ottenuto l’astensione del presidente del collegio e dei due giudici a latere della seconda sezione del tribunale di Firenze. E da oggi fino all’8 maggio, in segno di protesta, la Camera penale di Firenze ha proclamato tre giorni di astensione per «la corretta applicazione del giusto processo costituzionalmente orientato e garantito». Per la giornata di mercoledì la Camera penale ha indetto anche un’assemblea aperta alla città perché «è necessario – si legge in una nota – che il comune cittadino comprenda le ragioni della denuncia».

Il processo per maltrattamenti non era ancora concluso. Il 15 febbraio scorso si teneva una delle udienze. La difesa non aveva ancora parlato. Ma non solo, neppure il pm aveva fatto la sua requisitoria, nel corso della quale avrebbe dovuto chiedere la condanna o l’assoluzione per l’imputato. I giudici però si erano, per così dire, portati avanti. L’avvocato Viggiano, difensore dell’imputato, avrebbe sfogliato, con il permesso del pm di udienza, il fascicolo del dibattimento, che raccoglie gli atti compiuti dalla polizia giudiziaria e dal pubblico ministero e i verbali. È così che avrebbe scoperto il dispositivo, con data addirittura del 18 ottobre 2023, che riportava il nome dell’imputato e la condanna a 5 anni e mezzo per maltrattamenti, senza la firma del presidente del collegio. Il 18 ottobre, la data riportata sul dispositivo della sentenza, è il giorno dell’udienza precedente, quella in cui si era svolto l’interrogatorio dell’imputato. A seguito dell’episodio la presidente del tribunale di Firenze, Marilena Rizzo, ha avviato accertamenti: «Ho chiesto – ha affermato – una relazione al presidente del collegio».

La relazione è poi arrivata sulla sua scrivania. Nel documento si spiegherebbe che il presunto dispositivo della sentenza sarebbe stato però solo un appunto su cui poi lavorare. La presidente del tribunale, una volta esaminata la relazione, ha deciso di non avviare alcun procedimento disciplinare nei confronti dei giudici del collegio. Tuttavia ha anche scelto di trasmettere gli atti agli organi competenti affinché possano essere svolte ulteriori valutazioni: ossia al presidente della corte di appello di Firenze Alessandro Nencini, e alla procura generale presso la Suprema Corte di Cassazione. Sempre la presidente Rizzo avrebbe tuttavia “rimproverato” il legale dell’imputato per aver aperto il fascicolo in assenza dei giudici e del cancelliere, seppure dopo aver chiesto l’autorizzazione alla pubblica accusa. Pronta la replica dell’avvocato Viggiano: «Forse la presidente Rizzo, prima di attribuire patenti di scorrettezza, avrebbe dovuto sentire l’altra campana: ma, ormai ho ben compreso, quella dell’ascolto non pare la virtù più praticata dalla giurisdizione fiorentina». Da oggi dunque partono i tre giorni di sciopero degli avvocati penalisti attivi di Firenze.

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