Il Tirreno

Livorno

Libertas, un lunedì da incubo

di Giulio Corsi
Libertas, un lunedì da incubo

Contro Faenza gioca soltanto un quarto e perde il vantaggio del fattore campo. Gli amaranto fanno malissimo in attacco, ora serve almeno un blitz in Romagna. Consigli: “Ora dimostriamo chi siamo”

06 maggio 2024
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LIVORNO Se una cosa può andar male, andrà peggio. Il teorema di Murphy colpisce al volto la Libertas, che incappa in un lunedì terribile, cade sotto i colpi di una Faenza risorta dall’oltretomba e ora si trova a dover ribaltare il fattore campo: venerdì o domenica in Romagna serve almeno una vittoria per tornare in via Allende per gara-cinque. Anche se per quel che si è visto nei primi 80 minuti di questo duello gli amaranto hanno le carte in regola per chiuderla anche prima. Ma bisogna voltare immediatamente pagina.

La carica del pres

Il presidente Roberto Consigli, alla fine, dà merito ai romagnoli di Garelli ma crede nei suoi ragazzi: “Faenza ha fatto una grande partita, hanno meritato – dice -. Noi possiamo fare meglio, abbiamo fatto fatica a tenere la loro intensità e ci siamo innervositi per le basse percentuali al tiro. Ma ci può stare. La serie è molto aperta. Le grandi squadre vincono in trasferta, i campionati si vincono andando a vincere fuori”.

Inizio da incubo  

Partita persa in attacco, con una mare di errori dall’arco e una grande difficoltà a servire i lunghi (appena due tiri in area fatti tra Fantoni, Fratto, Tozzi e Buca).

Chi immaginava di gustarsi il sequel di gara-uno è rimasto di sasso. Il primo quarto è un mezzo incubo che si materializza minuto dopo minuto. Gli amaranto rimangono impantanati nelle sabbie mobili preparate da Gigi Garelli che decide di alzare al massimo la pressione sugli esterni e sigilla l’area. Nei primi nove minuti la Libertas segna solo due canestri su azione (in penetrazione con Ricci), mentre dall’arco le statistiche dicono 0 su 7, con Saccaggi costretto a tirare con tre uomini addosso e Ricci da 7 metri.

Faenza allunga sul più 6 (6-12), finché Sacca non spacca l’incantesimo dall’angolo (9-12 al 9’). Ma è una fatica immensa e l’assenza di Williams finito a sedere dopo 2 minuti con due falli non aiuta. In un amen Sebastian Vico e Begarin regalano a Faenza il massimo vantaggio: 9-17 al 10’, mentre lo scout livornese racconta di 4 palle perse, 4 rimbalzi d’attacco concessi, 8 falli fatti, 1/9 da tre, con Fantoni (su cui Garelli spedisce Poletto spostando Papa su Fratto), Buca e Tozzi a zero tentativi.

L’illusione
La Libertas però non è questa e la sua forza quest’anno dovrebbe essere la consapevolezza. Con la mentalità della grande squadra inizia a giocare. Il secondo quarto è un concentrato di orgoglio e compattezza. Gli amaranto ripartono dalla loro arma letale, la difesa: in dieci minuti le bocche da fuoco faentine segnano appena 8 punti, mentre in attacco ritrovano fiducia ispirati dalla tripla in apertura di Allinei, a cui seguono quelle di Tozzi e Bargnesi e cinque punti di fila di un Saccaggi che impressiona per grinta, voglia di spaccare e che prova a diventare il trascinatore del gruppo. La sua partita è l’unico segnale positivo che arriva in questa serata.

Allinei dalla lunetta firma il vantaggio, 20-19 (13’), da lì inizia un diluvio di canestri. Il parziale del tempino è impressionante, 28-8, col canestro di Fratto sulla sirena che firma li massimo vantaggio amaranto, 36-25 e fa immaginare tutt’altra serata.

L’incubo parte seconda

Ma è un’illusione. Tornati dall’intervallo ricomincia l’incubo: sul canestro livornese sembra che qualcuno abbia messo il tappo, mentre Begarin pare averci il telecomando, come tira fa canestro. E così finisce in un disastro: 6 punti segnati in 10 minuti (la tripla di Williams e quella di Saccaggi) e 29 subiti, di cui 8 dalla lunetta, frutto di un arbitraggio imbarazzante, che permettev a Faenza di picchiare duro, fischiando anche i sospiri alla Libertas. Al 30’ il tabellone segna meno 12, 42-54. Al 35’ il tunnel sembra infinito 47-61. Ma la Libertas non molla, Tozzi dall’arco riaccende le speranze, 50-61, Amos dalla lunetta porta lo svantaggio sotto la doppia ciffra (51-60), ma non è giornata: Petrucci dall’altra parte piazza una tripla mortiferta (52-64). Tozzi accorcia dalla lunetta, (54-64) ma a 180 secondi dalla sirena gli amaranto hanno ancora un Pordoi da scalare. Arrivano a meno 6 palla in mano con 75 secondi da giocare, ma Williams sbaglia il canestro del meno 3 e lo stesso fa Allinei sull’azione dopo. Fine della corsa. La vera Libertas si è vista un solo tempo, troppo poco. Se si vuole andare in semifinale bisogna che esca dalla tana. 

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